giovedì 28 maggio 2009

Segnalazione!


Da un articolo di Repubblica:

Il caso italiano
. Per Amnesty International in Italia i diritti e l'incolumità di migranti e richiedenti asilo sono a rischio e i Rom sono oggetto di discriminazione e razzismo. Sebbene il rapporto annuale si riferisca ai dati del 2008, la scheda sul nostro Paese denuncia i respingimenti di migranti del mese scorso. "Venendo meno a una politica che le ha viste spendersi per la salvezza di vite umane nel Mediterraneo - accusa Amnesty - nel 2009 le istituzioni italiane hanno mancato ai principi fondamentali dei diritti umani mentre esercitavano le proprie funzioni in mare". Ancora una volta si punta il dito contro le condizioni delle persone rinchiuse a Lampedusa e si guarda con preoccupazione alle norme contenute nel pacchetto sicurezza che "lungi dal rappresentare una pianificazione chiara e comprensibile della politica sull'immigrazione, hanno un impatto pericoloso sui diritti umani". In particolare, Amnesty sottolinea come alcune norme, se approvate, possano "produrre un'allarmante conseguenza sui diritti umani dei migranti irregolari. Costretti dalla minaccia incombente di una denuncia da parte di ogni pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio, essi sarebbero indotti a sottrarsi dall'incontro con ogni tipo di istituzione e ufficio pubblico, tenendosi alla larga da ospedali, scuole, uffici comunali, con immaginabili conseguenze sul diritto alla salute, all'istruzione per i figli, alla registrazione dei nuovi nati".


Il rapporto annuale 2009 denuncia ancora una volta che a distanza di 20 anni dalla ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura (Cat) in Italia non esiste uno specifico reato di tortura nel codice penale. Il nostro Paese non ha meccanismi di prevenzione della tortura e dei maltrattamenti e i pubblici ufficiali nell'esercizio delle proprie funzioni che si rendono colpevoli di tali reati vengono perseguiti attraverso figure di reato ordinarie (lesioni, abuso d'ufficio, falso) e puniti con pene non adeguatamente severe, o non puniti affatto per la prescrizione. Amnesty fa esplicito riferimento ai fatti di Genova e alle sentenze relative emesse nel luglio e nel settembre 2008, sottolineando che proprio la lacuna nel nostro codice penale farà sì che "è improbabile che i funzionari e gli agenti imputati sconteranno le condanne, a causa dell'intervento della prescrizione. In questi anni la ricerca della verità non è stata agevolata dalle istituzioni coinvolte, né nell'ambito dei processi, né attraverso l'istituzione di strumenti di monitoraggio, quali una commissione indipendente o di una commissione parlamentare d'inchiesta". Infine, come già fatto negli ultimi due anni, Amnesty richiama l'Italia e gli altri Paesi europei a fare luce sul caso delle rendition illegali, che non sono ancora state condannate pubblicamente.

2 commenti:

  1. Verissimo.
    Purtroppo abbiamo ratificato il trattato di Ginevra sui diritti umani (divieto di tortura compresa), ma non esiste il reato di tortura in Italia. Vi è il reato di abuso di ufficio. Come per i poliziotti di Genova (peraltro già in prescrizione!).
    In base al trattato, in assenza di specifiche norme nazionali di applicazione della Convenzione, è possibile intervenire sullo Stato torturatore perlopiù se questi si sia reso colpevole di "crimini contro l'umanità".
    In pratica, la Convenzione di Ginevra è applicata in caso di genocidi o stermini di massa, difficilmente in caso di torture (soprattutto se a essere torturati sono i cittadini dello stesso Paese!!).
    A ciò va aggiunto che non tutti gli Stati (per es. gli USA) hanno scelto di far processare i propri militari dal Tribunale dell'Aja in caso siano accusati di "crimini contro l'umanità".

    Grazie x il post Alessandra, solidarizzo con te...

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  2. grazie a te!

    ottima l'iniziativa del blog per la condivisione tra noi blogger!

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